Alcune riflessioni sull’importanza delle cose senza valore (commerciale)
Forse questo articolo non è quello di cui parlo di solito ma si tratta di un argomento in cui mi sono imbattuta in vari ambiti nell’ultima settimana e ho pensato di mettere per iscritto alcuni pensieri per non dimenticarmene ma anche per condividerli perché mi sembra un argomento interessante su cui fare una riflessione.
Nonostante tutto, mi rendo conto che in realtà è legato al mondo di arte e disegno e viaggio di questo blog perché per me queste cose sono alcune di quelle esperienze a cui fanno riferimento i concetti esposti.
L’esperienza: vivere il momento
Nell’ultima settimana mi sono imbattuta varie volte nel concetto di esperienza intesa come vivere il momento, fare esperienza, di attività esperienziale.
Il primo è stato un video di Montemagno in cui si parlava di disconnettersi, di come sembra che oggigiorno facciamo tutto in funzione di poterlo condividere, lasciandoci scivolare addosso il vero significato di quel momento: l’esperienza e le emozioni che ci fa vivere.
Il video si collegava poi anche al discorso che se un’azienda riesce ad offrire un bene o servizio che ti fa fare un’esperienza questo può diventare una cosa ‘senza prezzo’, un concetto che si ricollega al punto 3.
La seconda palpatina all’argomento è stata parlando con una mia amica che sta cercando di costruire il suo business nel settore del turismo che oggi viene definito esperienziale. Lei ha sottolineato come oggi questo concetto è mercificato e reso di moda (vedi punto 1), ma come il suo sogno sarebbe di legarsi a questo concetto rendendolo fruibile a tutti. In particolare essendo la sua idea di un turismo legato alle esperienze ed alla cultura, questa fruibilità sarebbe quasi un obbligo sociale perché la cultura dovrebbe essere raggiungibile da tutti.
L’esperienza da un punto di vista economico
Il terzo ambito è stato un libro che stavo leggendo (e che personalmente consiglio) che si può dire abbia quadrato il cerchio con le sue informazioni. Si tratta di “E’ l’economia che cambia il mondo” di Yanis Varoufakis, ministro delle finanze greco, che in questo libro ci dà un punto di vista diverso sull’economia. E lasciatemelo dire, la conclusione per me che ho studiato economia è stato un pugno sui denti, anche se ha messo in parole quelle che da anni erano sensazioni inafferrabili.
Ritornando al concetto di esperienza nel suo libro, lui racconta la storia dell’uomo e dell’economia analizzando la variazione avvenuta nella società con il passaggio da bene esperienziale a bene di scambio, da valore di esperienza che era un valore solo per chi la viveva, a valore di scambio, più o meno univoco per tutti.
Oggi sempre di più si cerca di dare un valore, un prezzo a tutto e questo toglie il valore di esperienza di quella cosa, ci toglie la possibilità di goderci quel che sono le esperienze perché ci viene detto che se quella cosa non ha un prezzo allora non ha valore. La società di oggi nel modo in cui ci fa crescere ci toglie la possibilità di lasciare valore a quello che veramente dà valore alla nostra esistenza.
Arrivare alla consapevolezza
Tutto questo mi ha fatto riflettere e, spero, diventare più consapevole su questo concetto perché cambiando il nostro modo di valutare le cose quando compriamo o facciamo qualcosa potrebbe essere un modo per rivalutare la nostra vita e aiutarci a renderla più facile e più completa perché basata su qualcosa che ci fa stare meglio, anche nel lungo periodo, senza basarci su quello che ci viene detto e che ci è stato detto fino ad oggi dalla società.
Questo concetto si collega secondo me anche a quello che ci viene detto su quello che dobbiamo essere e dobbiamo fare. Il mondo cerca di standardizzarci ma ognuno di noi ha bisogno di esperienze diverse e deve trovarle da solo e dar loro il suo di valore. E’ un concetto su cui rifletto da molto, che cerco di mettere in pratica quando riesco e chissà che vederlo anche da un punto di vista economico non gli dia più valore.